Ferreo Disagio, progetto di scultura diffusa

Il paesaggio di archeologia industriale e quello naturale del Parco dell’Ex Real Polverificio Borbonico dialogano tra loro incrociando manufatti edilizi, viali alberati e spazi aperti.

Tale dialogo può essere rinsaldato attraverso l’arte, la sola capace di unire spazio reale e spazio immaginario.

Un percorso artistico all’aperto dove la scultura contemporanea si confronta con gli spazi borbonici suscitando un’ emozione collettiva.

Il principio ispiratore dell’intero progetto è rappresentato dal grido proveniente dal mondo giovanile e vuole raccontare anche la storia dell’artista.

Giovanni, un ex istruttore di saldatura, da sempre a contatto con gli alunni del Centro di Formazione professionale ‘Monsignor Cannavale’ di Castellammare di Stabia, nota che alcuni de suoi allievi sono distratti da problematiche di natura sociale; allora apre il suo orizzonte scoprendo una realtà giovanile più disagiata di quanto non appaia.

E’ da quel momento che l’autore traduce il dolore in un linguaggio fatto di materiali grezzi, di risulta da lavorazioni in ferro, sculture che egli stesso definirà la via ‘Crucis’ di giovani disagiati.

Tra la produzione scultorea L’Angelo Azzurro, il Bambino violato, Eroina, etc. costituiscono una denuncia pura e tangibile di un’ adolescenza spezzata, ma al contempo messaggere di speranza nel convincimento che l’ascolto e la solidarietà valgono come via d’uscita per ragazzi che vivono qualsiasi tipo di emarginazione.

Alcune delle sue opere sono sono state esposte in occasione della visita del papa Giovanni Paolo II a Castellammare di Stabia, altre nel Palazzo Reale Borbonico di Quisisana, altre in collezioni private e per la prima volta verranno esposte a Pompei.